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Իսկ եթե դու գնա, ես ուզում եմ գնալ ձեզ հետ. Եվ եթե դուք էլ, ես ուզում եմ մեռնել ձեզ հետ. Վերցրեք ձեր ձեռքը եւ քայլել հեռու
Akiko Tobi - Vampire Master ღNon è raro che a Febbraio ci sia questo tempaccio. Anzi, è piuttosto normale. Sembra stia arrivando la fine del mondo. Il cielo è cosparso di nuvole grigie che fanno da scudo alla luna, il vento soffia forte in direzioni non ben definite. Fa sventolare i vestiti delle persone un po' verso destra, un po' a sinistra. Le donne tengono le gonne di lana ben salde al corpo, spingendole verso il basso, mentre gli uomini cercano di ancorare i cappelli di feltro sulle proprie teste. Ogni tanto qualche goccia cade dal cielo. Cadendo sul ciottolato con una violenza tale da sembrare un piccolo sacco di farina, grazie al vento. Come se lassù gli dei si stessero divertendo a giocare a "piglia la mosca" lanciando delle piccole schegge di ghiaccio. Ovviamente una delle tante mosche pare essere la nostra vampira, che - intenta a camminare contro l'intemperie - sta cercando un riparo. Si perché se anche non le dispiace stare sotto la pioggia, non ama questi ghiaccioli dispettosi che graffiano la pelle. Un taglietto qui, un taglietto lì, ma continua a procedere parandosi gli occhi con la mano destra. Ma dove è diretta la vampira in una notte simile? Al cimitero. Per fare cosa? Tranquilli, non ha cambiato sponda e non lo farà mai. Semplicemente si sta dirigendo in quel tetro loco per onorare i suoi defunti. Sebbene i suoi genitori non siano morti in Irlanda ma in Armenia, non molto recentemente ha deciso di comprare un monumento e dedicarlo a loro. Per sentirli vicini. Anche se si sa che niente può far tornare indietro i nostri cari. I pensieri passati affollano la mente, mentre le orecchie si muovono di tanto in tanto alla ricerca di rumori ed il naso fiuta l'aria bagnata.
Finalmente varca la soglia del Cimitero Fulaingt, quindi aumenta il passo svoltando a sinistra. Il monumento non dista molto dall'entrata.
Il rosso sangue scintillante gocciola dalle mani della ragazza. Come se avesse appena ucciso una persona. Ma, ovviamente, tutti sappiamo che non è così. L'aria si placa per un momento, la vampira porta la mano destra alla bocca e si pulisce il liquido rossastro, diluito di sporca pioggia, per poi sollevare lo sguardo verso quell'alto monumento di pietra che le si erige davanti. La statua è composta di due grandi figure principali, una delle quali è rivolta a sud-est, mentre l'altra è rivolta verso sud con il viso sollevato vero l'alto. La prima raffigura un leone che ruggisce verso la terra da dove proviene Akiko, la seconda invece è un'aquila che rivolge lo sguardo verso il cielo come nel cercare una supplica. Entrambi sono i simboli dello stemma armeno. Sotto queste due statue, è presente infine una terza figura: una sorta di umano con un muso leggermente allungato e dei canini molto appuntiti. Inutile spiegare cosa simboleggi.
La vampira si ferma davanti al piccolo mausoleo, poi si siede accanto ed inizia a pensare. Intanto ha iniziato a piovere, il vento invece sembra essere finalmente cessato. Un po' di pace, finalmente.
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Akiko Tobi - Vampire Master ღIl tempo questa notte muta con una foga impressionante. Prima si alza una tempesta che maltratta le fronde degli alberi, poi una pesante pioggia che fa scappare tutti coloro che temono di bagnarsi, infine torna un vento pungente che duole alle ossa. Fortuna vuole che la vampira, sebbene sia bagnata da testa a piedi, non sente il variare delle temperature. Rimane immobile a contemplare il cielo, notando una figura dai capelli lunghi e grigi passare accanto a lei. Non lo degna neppure di un saluto, intenta com'è a pensare ai suoi genitori ed alla sua famiglia. Il vento - di tanto in tanto - con folate solleva l'acqua di alcune pozzanghere presenti sul ciottolato. Una ventata in particolare sbuffa con una violenza tale da farle volare addosso acqua e fango. La vampira continua a rimanere impassibile, fino a quando il vento non inizia a trasportare anche gli odori. Un odore particolare giunge sotto le narici di Akiko, che subito si volta nella direzione in cui precedentemente la figura si è diretta. Non molto lontano da lei c'è un ragazzo che pare essersi ferito.
Gh... dannazione...
Sbuffa, continuando ad osservarlo. Si solleva da terra, qualche pacca sui vestiti, poi inizia a camminare nella sua direzione.
Man mano che si avvicina a quello che pare un ragazzo dalla capigliatura un po' strana, l'odore di sangue che il vento porta è sempre più forte e pungente.
Hey, fai attenzione... non puoi sapere chi incontri in questo posto... è pericoloso.
Esclama, con aria preoccupata, cercando di non fare caso all'odore che pervade l'aria.
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Akiko Tobi - Vampire Master ღLa vampira identifica il ragazzo di fronte a lei. Un colosso. Questa è la prima cosa che nota, nel momento in cui quello si alza. Alto quasi due metri, spalle molto larghe, robusto, capelli bianchi, occhi chiarissimi - quasi bianchi-, così come anche la pelle. Lo squadra per bene, per non cadere in tentazione. Anche se... la sensazione è molto forte, così come l'odore. Sembra essere un sangue elfico e demoniaco; un sangue che soltanto un drow ha nelle vene. E questo lo sa perché ha già conosciuto una drow in passato: Amelia Lockwood.
Continua a guardare dal basso della sua statura il ragazzo, ascoltando le sue parole. La sua voce è un misto tra potenza e dolcezza, ma si pò sentire anche un minimo di spavalderia - forse dettata dalla famiglia di provenienza -. Storce la testa, inclinandola sulla spalla sinistra, non accenna ad alcun sorriso, mantiene soltanto un'espressione apatica.
Il custode è l'essere meno pericoloso, in questo luogo.
Proferisce mantenendo l'aria distante, le mani nelle tasche dei pantaloni. Nel cielo, plumbeo, si staglia un fulmine; dopo qualche secondo ecco che arriva il tuono. Il temporale non è molto lontano. Rimbomba sui muri della struttura dentro la quale i due si trovano. Non si muove di un millimetro. Sembra quasi un'immagine spettrale.
Il demone allunga la mano verso la vampira, il pollice ancora mezzo sanguinante, la mano tesa nell'attesa che Akiko la stringa per presentarsi anche lei. Questa esita qualche momento, l'odore è sempre più vicino ed invitante, poi allunga la mano e stringe quella di Matt.
Piacere, Akiko.
Esclama. Guarda ancora una volta il ragazzo, poi lo sguardo si volge verso le icone appese al muro.
E questi sono i tuoi parenti, immagino...
Continua a guardarsi attorno per un bel momento. Infine prende il fazzoletto dalle mani del ragazzo e si accovaccia per pulire quel poco di sangue rimasto nel punto dove si è tagliato. Esce dal monumento, per lavare il fazzoletto, poi glielo restituisce.
Ecco fatto... così va meglio.
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Akiko Tobi - Vampire Master ღStringe la mano del ragazzo molto in fretta, così che non possa accorgersi dell'assenza di calore nel suo corpo. Gli restituisce il fazzoletto con garbo, mantenendo sempre una certa distanza. Non perchè non si fidi di lui, non perchè lo disprezzi, semplicemente per non dargli modo sentire ancora la sua mano gelida. Storce le labbra verso destra, rimane in ascolto della risposta. Gli occhi fissi sul suo interlocutore, la pioggia che senza problemi le bagna la testa. I capelli sbarazzini che si abbassano sotto il peso dell'acqua. Rimane ancora in silenzio a rimirare il monumento, poi la sua voce dolce torna a farsi sentire.
Figurati...
Questa volta gli sorride, strizzando gli occhi. E' un sorriso sincero, il primo di questa giornata così tetra. Fa un passo indietro, esponendosi ancora più all'aperto. E' quasi in procinto di tornare al suo da fare se non c'è altro da aggiungere, ma viene bloccata dal ragazzo che la copre con il suo ombrello. Un'altro fulmine illumina il cielo, poi torna nuovamente tutto buio e scuro. La vampira sta guardando la sua mano. Poco prima è stata afferrata da qualcosa. Rimane pietrificata, non si sa bene a cosa pensa. Gli occhi sono sgranati, la bocca stretta, il viso un tutt'uno di smorfie innocenti. L'odore di Matt è così vicino, sente pulsare ogni vena ed arteria al di sotto della sua pelle. Una sinfonia assieme a quella del cuore. Si, proprio come quella che descrive il ragazzo stesso. Peccato che qui si stia parlando di sangue e non di acqua. Il ragazzo si sposta, lei continua a rimanere immobile.
Amh... non è necessario...
Si strofina il naso. Finalmente giunge il tuono, il temporale si sta già allontanando. Che peccato.
Tu puoi benissimo rimanere dentro. Io starò qui... non sento né il freddo né il caldo. Quindi non mi posso ammalare.
Lo guarda, gli sorride in modo poco visibile, poi si siede accanto all'entrata.
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Akiko Tobi - Vampire Master ღInizia a percepire della paura nel ragazzo. Non riesce a comprenderne la natura, ma la sua testa è invasa da questo sentimento. Nonostante tutto rimane impassibile, sotto la pioggia scrosciante, con gli occhi bluastri puntati sul demone. Lo ascolta e qui comprende il motivo di questa piccola angoscia. Ha capito che davanti a lui c'è un vampiro. Beh, a questo punto è più che naturale provare una certa diffidenza - se così vogliamo definirla - verso il proprio interlocutore. Stiamo sempre parlando di una creatura notturna che si ciba del sangue degli esseri viventi; una creatura sempre tenuta alla larga e temuta. Ma più in particolare stiamo parlando di Akiko. Lei non è così, no. Lei è diversa, odia la sua razza. Detesta persino sé stessa per codesto motivo, ma ciò nonostante capita - qualche volta - di cadere nella tentazione di desiderare una goccia di rosso sangue. Di assaporarne il gusto. L'odore, le emozioni, le sensazioni qualche volta sono così forti da distruggere la sua razionalità. Rimane in attesa, non risponde istantaneamente. Non ci pensa, semplicemente attende.
Non è questione di dire la verità o meno.
La sua voce si staglia nell'aria come un pungente brusio. Le sopracciglia sono sollevate, gli occhi quasi socchiusi. La bocca un po' storta, le mani dentro le tasche della felpa.
E' questione di coraggio.
Si ferma, volge lo sguardo verso il suo monumento, gli occhi... un po' spenti.
Sia mio che della persona davanti alla quale mi trovo.
Torna a fissare il ragazzo, nuovamente con gli occhi socchiusi.
Non è da tutti accettare la mia natura. Però ti ringrazio.
Una breve pausa ed ora un sorriso sincero.
Ti posso dire che io non sono di quella sponda. Non bevo sangue.
E qui si ferma, solleva il viso verso l'alto. La pioggia che le cade direttamente sulla faccia. Un piccolo sospiro di sollievo, poi il silenzio. Lo scrosciare della pioggia che emette una dolce sinfonia. Ogni tanto il rumore assordante del temporale.
Ti piace la musica?
Esclama il ragazzo accompagnando l'armonia creatasi con le proprie parole.
No. Non mi piace...
Si ferma per un momento, allargando un sorriso sincero ancora più grande.
La venero.
E detto questo si ferma, si avvicina al ragazzo e si accovaccia accanto ai suoi piedi. Attendendo che lui si sieda. Non le piace tutta quella differenza di altezza.
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Akiko Tobi - Vampire Master ღAscolta il ragazzo senza proferire alcuna parola. Lo guarda, gli sorride, sbatte le palpebre quando le gocce di pioggia le cadono sulle ciglia, si ritira a strofinarsi l'occhio offeso ed ancora nuovamente sorride. Finalmente c'è qualcuno che la pensa come lei. Quindi non è un Drow vero e proprio, bensì un mezzo demone che rinnega la sua natura. Fantastico. Sospira, annuisce venendo a conoscenza della triste storia del ragazzo. Poi si torna a parlare di qualcosa di più allegro: la musica. Si dondola sulle sue gambe, poi si accartoccia ai piedi del ragazzo aspettando la sua risposta che non tarda ad arrivare.
Sono felice che ti piace la musica , io sono un musicista suono molti strumenti musicali sai...uno tra tutti il violino che ora non ho con me , ma sono sicuro che il mio flauto traverso ti piacerà sicuramente.
Musicista eh?
Pensa guardandolo mentre estrae dalla sua lunga giacca nera un flauto traverso.
Anche io, più o meno, sono una musicista...
Ammette sorridendo.
So suonare due strumenti. Uno è un basso elettrico, che però sto ancora cercando di imparare bene, l'altro strumento è banale... l'ocarina. Mi piace un sacco il suo suono.
Ma purtroppo non ce l'ho qui. L'ho lasciata nella vecchia casa dove vivevo prima di trasferirmi.
Osserva il flauto, vuole sentire il suono.
Sono curiosa ora, sentiamo come suoni.
E detto questo il ragazzo inizia a suonare una curiosa melodia che le pare di conoscere.
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Akiko Tobi - Vampire Master ღMassì, certo! Il ragazzo sta suonando un notturno di Chopin. Impossibile da dimenticare, è una di quelle sinfonie che ascoltava sempre Amira, la sua badante. Sospira, socchiude gli occhi, ascolta la dolce melodia, non proferisce parola. Si limita di tanto in tanto a far oscillare la testa durante i cambi di ritmo. La bocca leggermente aperta la aiuta a non sentire l'odore del sangue di Matt. Il concento dolce del flauto traverso rimbomba tra le mura del monumento, come se si trovassero in un anfiteatro romano, e rende ancora più suggestiva l'atmosfera.
...?
Il ragazzo si ferma torna a parlare. La vampira apre gli occhi, ora chiude la bocca e gli sorride.
Avrei voluto tanto sentirti suonare l'ocarina, sai? Ho sempre sognato farci un duetto con il mio violino. Sembra strano, sai? Grande e grosso come sono, dovrei preoccuparmi di qualcos'altro... per esempio del fatto che sei una ragazza... ma per ora mi importa solo suonare. La musica scorre in ogni singolo nervo del mio corpo, come se dentro di me ci fosse un concerto. E' bellissimo.
Non è affatto strano.
Ora lo sguardo è volto verso l'esterno, verso quell'oscurità che presto lascerà lo spazio alla sua eterna nemica: la luce.
Anche per me la musica è così. Per noi musicisti è come se fosse il nostro pasto.
Si raggomitola nuovamente su sé stessa, il mento poggiato sulle ginocchia, le braccia che cingono le gambe, chiude gli occhi ed ascolta ancora la musica riprodotta da Matt. Questa volta la termina, si conclude con una nota acuta che lascia spazio al silenzio, alle emozioni, alle sensazioni.
Sei bravissimo...
Il suo è un sussurro che rimbomba dentro la tomba. Gli occhi ancora socchiusi rimirano l'infinito dell'oscurità e quel breve tatto di cimitero illuminato dal bagliore lunare ormai sempre più flebile.
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Akiko Tobi - Vampire Master ღL'atmosfera è strana: lugubre, serena e tormentata allo stesso tempo. Non c'è alcuna vena di allegria, ma non è questo a rendere la particolarità della scena. Piuttosto il susseguirsi di emozioni, pensieri, parole.
Matt ringrazia la vampira del complimento, dunque ripone il flauto all'interno della sua lunga giacca nera.
Figurati...
Lei continua ad osservare l'ignota oscurità; volta lo sguardo sul suo monumento soltanto nel momento in cui il ragazzo lo menziona. Sorride, poi si appoggia alla parete marmorea.
...Si... cioè... non sono proprio lì... quella è solo una struttura commemorativa.
Non sa bene come spiegarlo. Perchè infatti i suoi genitori non si trovano fisicamente lì. Anzi, non si trovano proprio da alcuna parte. Spazzati via; i loro carnefici non li hanno neppure degnati di una sepoltura. Trucidati, arsi e le ceneri sparse al vento. Si, forse da qualche parte ci sono le loro polveri. Ma cos'è un granello di sabbia rispetto ad un corpo? Una nullità.
Posa la testa contro il freddo marmo, si volta verso il ragazzo che sembra intento ad osservare i suoi occhi. Sfugge allo sguardo di esso, le iridi guizzano a destra, poi a sinistra.
...?
Non sa che dire, si sente in soggezione e questo la porta a pacioccarsi le labbra con la mano destra.
Purtroppo lo sono diventata...
Le sue sono parole dette a malincuore, il tono greve e duro. Sbuffa, socchiude gli occhi, quasi come se ciò che ha appena rivelato fosse la liberazione di un peso.
Rimane così: a contemplare il soffitto del monumento, pensando a tutto il peso che ormai porta avanti da anni e anni. Ormai la pioggia ha smesso di imperversare sul misero loco. Una luce rossastra e dorata inizia timidamente ad illuminare la collinetta su cui si erge il cimitero.
Ad un tratto nuovamente le parole di Matt spezzano il silenzio.
Vuoi uscire con me?
La vampira sussulta, si ritira su sé stessa. La reazione è dettata dalla sorpresa. Non si aspettava una domanda simile. Si guarda attorno, cercando un qualche modo di evitare la domanda. Non trovando nulla si rende conto che sia necessario affrontare il problema e non evitarlo.
Torna a fissare il ragazzo, si morde il labbro, il viso un po' stranito.
Amh... in che senso scusa?
Questo è il meglio che riesce a dire.
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