Illuminata dalle luci dei palazzi

12.02.1991 - Prima serata

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  1. Beatrix.
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    Bella Lacroix - 16 - Leprechaun - Bardo
    STAxb
    Febbraio era arrivato da un bel po' ma il freddo gelido dell'inverno era ancora attivo in tutta Blauwe Roos. Anche se questo mese é invernale, i tempi dovrebbero cambiare da freddi a freschi, ma non era ancora così. A Seamair Bassa i palazzi imponenti come quelli di New York fanno da scenario e ad illuminare tutto sono le luci che arrivano dalle piccole finestre degli edifici. Stavo camminando lì vicino perché era un luogo mondano e, di sicuro, sarei andata poi in uno di quei rustici bar per bere e mangiare qualcosa. Quel giorno avevo litigato con mio fratello per uno stupido scherzo fatto ad una sua amica, ed ero andata via sbattendo la porta di casa con una tale violenza che non si vede neanche nei film horror. Era strano che io e Jerome litigassimo perché siamo sempre stati pacifici e concordavamo in ogni cosa, ma ora era diverso perché anche lui era un adolescente e le cose si complicano. La mia famiglia capisce di più lui essendo il piccolo di casa, ma non sanno che anch’io ho avuto gli stessi problemi quando avevo la sua età, anche se li ho pure adesso. Ripensavo a queste cose mentre camminavo con la testa bassa e le mani nelle tasche del cappotto grigio perché il vento non era stato generoso a concedermi una serata senza freddo. Proprio per questo indossavo una maxi- maglia bianca con il collo alto e un jeans aderente ma molto caldo, abbinato alle scarpe col tacco nere. Quella sera dovevo andare a lavorare alla Locanda, ma questo inconveniente mi ha fatto perdere una giornata di lavoro. Tanto dovevo cercare un modo per scusarmi con Jerome piuttosto che prendere ordinazioni e spazzare a terra invece di farlo fare alla signora Dusty, mettendo sulla bilancia il fatto che sia anziana. Portai il collo della maxi-maglia fin sopra il naso così da sembrare una ladra, ma poco importava quella sera. Faceva così freddo che avrei dormito perfino con dei lupi.
     
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  2. RiFlay~
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    Florence Richard - 19 - Kitsune - Bardo
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    La vita non ha senso a priori.
    Prima che voi la viviate,
    la vita di per sé non è nulla;
    sta a voi darle un senso,
    e il valore non è altro
    che il senso che sceglierete.

    Sartre



    La vita della metropoli in quella zona si manifestava in tutta la sua esuberanza. Camminavo lungo la strada principale del quartiere. Le macchine sfrecciavano veloci, le luci dei fari che si sperdevano in mille riflessi sui morti corpi di vetro ai lati della strada, a pochi passi dal marciapiede pieno di pedoni fugaci. C'era chi aveva appena smesso i ferri da lavoro, gli amici riuniti per una semplice uscita, una coppia di innamorati che presumibilmente festeggiava qualche particolare anniversario. Non avevo mai visto quella parte di città; non amavo la folla dei distretti importanti, troppo chiassosi e inquinati per i miei gusti. La mattina l'avevo passata invece nel parco vicino. Uno spettacolo emozionante; avevo preparato il pranzo al sacco e mi ero concessa una giornata di puro relax. Dopo aver mangiato mi ero distesa sul mantello smeraldo, il soffice manto a farmi da cuscino, Morfeo a prendermi tra le sue braccia. Mi ero svegliata solo molto più tardi, il cielo oscurato già da qualche ora. Mi ero affrettata a riprendere la via del ritorno. Ma la tranquillità del posto non era minimamente paragonabile al caos che si compiva usciti dal paradiso verde. Mi ritrovai schiacciata nel mezzo della giungla urbana, sballottata qua e là. Prendere mezzi pubblici non se ne parlava a causa della mia claustrofobia. Decisi così di continuare a piedi. Fino a casa ci sarebbe voluta almeno un'ora, ma non potevo far altrimenti.

    ~

    Dopo una mezz'oretta di cammino iniziai a sentirmi stanca. I piedi bruciavano e senza accorgermene avevo iniziato ad affannare. In più il vento soffiava forte e il freddo si faceva sentire prepotentemente. Al lato della strada incrociai con lo sguardo un piccolo pub, uno dei tipici pub irlandesi con l'interno in legno e l'odore di birra e di carne cotta nell'aria, il vociare festoso dei ragazzi ubriachi e la musica che accompagnava la loro allegria. Ormai era tardi e anche se fossi riuscita ad arrivare a casa ad un orario decente per cenare non avrei avuto la forza di cucinare. E in più non avevo ancora avuto l'occasione di visitare un locale così tipico della regione. Così decisi di fermarmici. Entrai dalla piccola porticina, un sonaglino suonò sopra la mia testa, cercando a vista un posto libero. Lo trovai in un tavolo per quattro persone che mi dispiacque occupare da sola. La fame però ebbe la meglio. Mi accomodai su una sedia rivestita in velluto e chiesi gentilmente alla cameriera un menù. Lo sfogliai attentamente per poi ordinare un panino, salmone affumicato e insalata, accompagnato una pinta di Guinness. Aspettai che la ragazza si allontanasse per abbandonarmi sulla sedia e guardarmi un po' attorno.
    ~ ~


    Perdonami per il ritardo ç__ç
     
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  3. Beatrix.
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    Bella Lacroix - 16 - Leprechaun - Bardo
    STAxb
    La sensazione di avere fame si stava sentendo pian piano nella mia pancia e ogni minuto che passava avevo sempre più necessità di mangiare qualcosa. Ed é così che capitai in un piccolo pub rustico e antico, tipico di quelli irlandesi dove le luci verdi ti accecano gli occhi prima ancora di entrare. Però era un posto rilassante, con la musica calma e gli odori che provenivano dalla cucina. A dare fastidio, però, c'era un gruppo di ragazzi che stavano subendo una sbronza dopo aver bevuto tanti boccali della birra locale, anch'essa verde. C'era da aspettarselo da un pub irlandese, ma bisogna pure contare che a Blauwe Roos il colore principale era l'azzurro come il fondo della nostra bandiera, ma ora poco importa. Appena entrai nel pub osservai con attenzione il locale così da capire in quale tavolo sedermi e, se non ce ne fossero stati liberi, dove sedermi in alternativa. Quasi tutti erano occupati da gruppi di ragazzi o coppiette di innamorati, mentre in solo uno c'era una ragazza che stava gentilmente posata sulla sedia a rilassarsi. Mi avvicinai a lei per non disturbare le conversazioni degli altri tavoli, ma anche perché era arrivata l'ora di fumare qualcosa. Avete capito bene, fumare. Lo faccio di nascosto dai miei genitori, ma non eccedo mai, e dopo una o due sigarette al giorno sembra di aver preso una grande quantità di cocaina. Fortunatamente quel giorno non avevo fumato affatto e ora volevo concedermi una sigaretta anche per pensare a quello che dovevo fare quando sarei tornata a casa. « Scusa, hai percaso una sigaretta? » Chiesi alla ragazza sedendomi su una sedia libera e guardandola con uno stupido sorriso alla bocca, lo stesso sorriso che si fa a qualcuno quando é vittima di uno scherzo, ma questa volta era diverso.

    Non preoccuparti ^^
     
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  4. RiFlay~
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    Florence Richard - 19 - Kitsune - Bardo
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    La vita non ha senso a priori.
    Prima che voi la viviate,
    la vita di per sé non è nulla;
    sta a voi darle un senso,
    e il valore non è altro
    che il senso che sceglierete.

    Sartre



    Me ne stavo tranquillamente adagiata sulla comoda sedia, quando vidi una ragazza avvicinarsi. Ciò che notai a primo sguardo furono i capelli. L'acceso color melograno contrastava con le soffuse luci verdi della sala. L'attenzione si spostò ai tondi occhi castani, per poi focalizzarsi sulle orecchie appuntite. La qual cosa mi mise fortemente a disagio. Probabilmente la suddetta giovane non era definibile umana, a meno di malformazioni genetiche. E se avesse scoperto la mia natura? Scossi la testa ricacciando dentro i pensieri. Dall'esterno sarebbe stato impossibile dire che io fossi una Kitsune. Passai oltre; osservai il grande maglione bianco che faceva risaltare ancor di più l'arancio acceso della capigliatura, i jeans attillati e i vertiginosi tacchi. Li vidi venirmi incontro. Probabilmente non avendo trovato altri posti liberi aveva deciso di accomodarsi proprio al mio tavolo, in uno dei tre posti che avevo lasciato liberi. Si sedette e sorridendo gentilmente chiese se avessi una sigaretta da prestargli. No, mi dispiace non fumo risposi timidamente evitando accuratamente di guardarla in volto. Le passai il menù, sperando di distogliere la sua attenzione dalla mia persona. Iniziai a giocherellare nervosamente con i laccetti della mantellina. Sicuramente non potevo dire di sentirmi a mio agio.
    ~ ~
     
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  5. Beatrix.
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    Bella Lacroix - 16 - Leprechaun - Bardo
    STAxb
    A prima vista la ragazza che mi stava guardando e verso cui mi sono diretta, sembrava un'umana per il suo aspetto normale. Ma i lineamenti del viso così belli e perfetti mi fecero capire che era di un'altra razza, anche se non avevo capito ancora quale. Da brava Leprechuan che sono dovrei averle chiesto cos'era, ma per non metterla a disagio scelsi di non porre questa domanda. Inoltre lei sembrava già a disagio dopo averle chiesto se aveva una sigaretta con risposta negativa e spiegando che lei non fumava. Bhé, non tutte le persone a questo mondo fumano e certe non hanno mai provato a tirare una sigaretta, ma era normale perché il fumo portava tanti guai e malattie. Ma scacciava via i pensieri e allo stesso tempo faceva riflettere. « Ah bhé, fa niente. » Dissi sorridente quando mi passò uno dei menù presenti sul tavolo e cercando di distogliere il mio sguardo giocherellando con i laccetti del mantello. Ma non sapevo chi ero io, la persona che conosce ogni metodo per avere attenzioni, anche se odiavo quelle situazioni. In effetti non mi mettevo sempre in mostra, ma volevo conoscere sempre più persone da quando sono a Blauwe Roos perché ero sola apparte alla mia famiglia. Lessi il manù mentre guardavo nuovamente la ragazza cercando di capire cosa volesse fare, se fosse disturbata dalla mia presenza o se non volesse parlare con me perché aveva paura di una con le orecchie a punta. Ordinai un panino tostato con salame e fontina e da bere un bicchiere di limonata perché non amavo bere birre o sostanze alcoliche, mi davano alla testa. « Vedi che non ti mangio mica, o forse sei spaventata per le orecchie? Purtroppo quelli della mia razza sono tutti così. » Le dissi allargando il sorriso e chiudendo gli occhi, per poi portare la mano in avanti per presentarsi. « Comunque sono Isabella, ma tu puoi chiamarmi Bella. » Aspettai una sua risposta e, se non avesse avuto paura, anche una stretta di mano come si fa tra nuovi conoscenti. Dopotutto era una nuova amicizia in questo paese.
     
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  6. RiFlay~
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    Florence Richard - 19 - Kitsune - Bardo
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    La vita non ha senso a priori.
    Prima che voi la viviate,
    la vita di per sé non è nulla;
    sta a voi darle un senso,
    e il valore non è altro
    che il senso che sceglierete.

    Sartre



    Contorcevo i nastrini in complicati grovigli per poi disfarli con cura. Attenta in questa mia occupazione ascoltai distrattamente l'ordinazione della ragazza. Ciò che disse dopo però mi fece balzare. Effettivamente non avevo certo ben celato l'evidente soggezione, ma non avrei mai pensato si potessero intuire così facilmente i miei pensieri. Fu diretta. Senza troppi giri di parole. Subito provai a darmi un contegno. Lasciai cadere i cordini cremisi, i palmi delle mani già si agitavano rivolti verso la giovane a mo' di scusa. Ma no, figurati! Non che mi dia fastidio. Sei libera di avere le orecchie a punta e non è assolutamente una colpa. O un difetto. Tentai di rassicurarla; probabilmente sarebbe stato meglio non farla innervosire. Fortunatamente le sue labbra si tesero in un sorriso. Allungai cortesemente la mano verso la sua e la strinsi delicatamente. Piacere Bella, io sono Florence. Prima stavi parlando di una razza, se è possibile posso sapere a quale delle tante tu appartieni? Devo ammettere che i tuoi elici allungati mi incuriosiscono non poco. Conclusi. Mi interessava sapere chi avevo davanti. Se poteva rivelarsi un soggetto pericoloso o semplicemente una ragazzina un po' esuberante. La cameriera arrivò con le bevande. Poggiò prima la birra, poi la limonata. Ci avvertì che i panini sarebbero stati pronti in una decina di minuti. Poi si congedò, lasciandoci al nostro discorso. Bevvi un sorso. L'alcol solleticò la lingua e bruciò la gola. Poi attesi in silenzio la risposta.
    ~ ~
     
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  7. Beatrix.
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    Bella Lacroix - 16 - Leprechaun - Bardo
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    I Leprechaun erano disprezzati da tutti perché erano la più bassa razza esistente al mondo. A Blauwe Roos c'era questa distinzione, ma fortunatamente, i cittadini irlandesi erano meno stupidi degli altri per non ritenerci persone a modo. Lo so che siamo troppo allegri e facciamo sempre scherzi, ma era nella nostra natura farlo! Ah, gli scherzi. Mi venne in mente quello fatto all'amica di mio fratello e dovevo pensare ad un modo per scusarmi e riappacificarmi con lui, ma in questo momento volevo solamente conoscere la ragazza che era seduta vicino a me. Era ancora intimorita e si vedeva anche dal fatto che le sue mani si fermarono di colpo quando le dissi che non la mangiavo mica e che era normale se fosse spaventata per le mie orecchie. Infatti si scusò per aver dato questa impressione dicendo che non era colpa mia se le avevo così appuntite. « Non ti preoccupare, tutte le persone che vedono i Leprechaun si spaventano per le orecchie, soprattutto bambini. E per di più non chiedono neanche scusa. Tu invece sì che sei una persona educata e ti ringrazio per questo. Comunque no, non me la sono presa per le orecchie. » Dissi stringendole la mano che aveva gentilmente uscito da quel lungo mantello rosso cremisi. Si chiamava Florence. Era un nome strano, forse irlandese o inglese, ma non stetti a pensare da cosa derivasse, anche se mia madre mi aveva fatto un lungo monologo sui i miei due nomi. Mi chiese a quale razza appartenevo dicendo che le incuriosivano molto le mie orecchie. Forse era scontato che fossi un folletto o un'elfo e per questo mi aveva fatto la domanda, oppure era per sapere se ero buona o cattiva. Infatti esistono elfi buoni ed elfi cattivi e molti di questi si fanno passare per gente perbene quando non é affatto così. « Te lo ho già detto, sono una Leprechaun. Invece tu, a quale razza appartieni se non sono invadente? » Mi dava fastidio ripetere le cose più di una volta e, quindi, mi arrabbio ma in questa situazione in cui stavo conoscendo un'altra persona dovevo essere garbata. Presi il bicchiere della limonata e ne bevvi un sorso rimanendo di stucco: era molto buona!
     
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  8. RiFlay~
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    Florence Richard - 19 - Kitsune - Bardo
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    La vita non ha senso a priori.
    Prima che voi la viviate,
    la vita di per sé non è nulla;
    sta a voi darle un senso,
    e il valore non è altro
    che il senso che sceglierete.

    Sartre





    Ascoltai attenta le sue parole. Discutere con una persona cara. Non m'era mai capitato. Certo anch'io avevo avuto una famiglia, un tempo. Ero nata da una volpe, mia madre se così poteva esser definita, ed ero cresciuta tra tanti altri miei simili. Ma tra animali i sentimenti non appaiono distinti come nella mente umana. L'istinto è l'unica cosa che governa la mente. Ed è difficile in quel groviglio di impulisi classificare le emozioni. Rispondendo alla ragazza però mentii. Si, immagino come tu ti possa sentire. Dissi con quanta più convinzione riuscissi a mettere nella voce. Ci furono portati i panini. Il salmone ancora fumava fra le friabili fette di pane. Diedi un morso e iniziai a gustare il silenzio la mia cena quando la ragazza ricominciò a parlare. Mi chiese da quanto tempo abitassi in città. La risposta fu immediata. Mi sono trasferita da poco più di un mese, per studio. Mi sentii in dovere di aggiungere. Infatti è la prima volta che visito questo quartiere. Tu come mai ti sei trasferita in questa città?~ ~


    Edited by RiFlay~ - 30/3/2012, 18:45
     
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  9. Beatrix.
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    Bella Lacroix - 16 - Leprechaun - Bardo
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    Un'umana. Chi l'avrebbe mai detto che Florence, data l'innaturale bellezza, fosse una semplice e comune umana trovatasi a Blauwe Roos per chissà quale ragione. Era strano questo fatto perchè molti umani non erano belli come lei, infatti alcuni erano bruttissimi: per esempio in Belgio avevo conosciuto un ragazzo che non era di impeccabile bellezza, era tutt'altro. Ma di sicuro Florence avrà avuto fortuna a nascere senza imperfezioni e per questo era venuta al mondo così, e per questo non andai oltre con questo discorso. Però sembrava schiva nei miei confronti, come se avesse ancora paura di me o il sospetto di qualcosa. Non era ancora molto aperta e per questo diceva poche parole o quasi niente, e di rado faceva domande. Fortunatamente ne fece una: perché ero lì. Come bisognava spiegare un litigio tra fratelli finito male? E' difficile, ma se volevo conquistarmi la fiducia di Florence dovevo dirlo. « Me ne sono andata via di casa sbattendo la porta e volevo trovare un posto tranquillo. Camminando ho trovato questo pub e...eccomi qua! Sai quei litigi tra fratelli per cose banali? Quella é stata la scintilla per farmi trovare in questo luogo. » Sorseggiai un altro po' di limonata e dopo qualche minuto arrivarono i due panini che la cameriera aveva gentilmente posato sul tavolo in legno. Il mio, quello tostato, emanava un gustoso odore e non riuscii a limitare la mia tentazione di addentarne un pezzo, e lo feci pulendomi poi le labbra con un tovagliolo verde smeraldo. « Tu sei venuta a Blauwe Roos da poco oppure ci sei sempre stata? Sai, io mi sono trasferita poco fa e volevo conoscere il paese meglio, ma non trovavo nessuno disposto a dirmi qualcosa di più. » Era una delle domande che volevo porre al primo che mi capitava davanti, ma avevo così tante cose da pensare per la testa che ormai me la ero dimenticata. Fortunatamente la mia dolce memoria si é svegliata al momento opportuno con Florence, così da capire se é il suo carattere chiuso o lei che non vuole interagire.
     
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  10. RiFlay~
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    Florence Richard - 19 - Kitsune - Bardo
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    La vita non ha senso a priori.
    Prima che voi la viviate,
    la vita di per sé non è nulla;
    sta a voi darle un senso,
    e il valore non è altro
    che il senso che sceglierete.

    Sartre





    Ascoltai attenta le sue parole. Discutere con una persona cara. Non m'era mai capitato. Certo anch'io avevo avuto una famiglia, un tempo. Ero nata da una volpe, mia madre se così poteva esser definita, ed ero cresciuta tra tanti altri miei simili. Ma tra animali i sentimenti non appaiono distinti come nella mente umana. L'istinto è l'unica cosa che governa la mente. Ed è difficile in quel groviglio di impulisi classificare le emozioni. Rispondendo alla ragazza però mentii. Si, immagino come tu ti possa sentire. Dissi con quanta più convinzione riuscissi a mettere nella voce. Ci furono portati i panini. Il salmone ancora fumava fra le friabili fette di pane. Diedi un morso e iniziai a gustare il silenzio la mia cena quando la ragazza ricominciò a parlare. Mi chiese da quanto tempo abitassi in città. La risposta fu immediata. Mi sono trasferita da poco più di un mese, per studio. Mi sentii in dovere di aggiungere. Infatti è la prima volta che visito questo quartiere. Tu come mai ti sei trasferita in questa città?~ ~


    Purtroppo ho cancellato per sbaglio un post precedente ç___ç
    Cercherò di riscriverlo per quanto mi ricordi!
     
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9 replies since 25/3/2012, 15:02   110 views
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