EVENT: ...but we're not saints! - St. Patrick's Festival

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  1. ƒleur du mal.
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    EVENT: ...but we're not saints! ☆

    St. Patrick's Festival


    Il Giorno di San Patrizio , chiamato in gaelico Lá Fhéile Pádraig, è una festa di origine cristiana che si celebra il 17 marzo di ogni anno per celebrare San Patrizio, patrono dell'Irlanda.
    E' stata inserita ufficialmente nel calendario liturgico già nel XVII secolo,ma veniva celebrato già in alcune chiese irlandesi da molto tempo.
    Il santo in questione fece numerose cose buone per l'Irlanda: fece fiorire appunto in questa terra, il Cristianesimo e fece diventare la croce celtica simbolo del Cristianesimo Celtico. Si dice inoltre che da quando cacciò i serpenti in mare,questi non apparvero più in Irlanda.

    Ma oggi è diverso. Oggi, tutti i giovani cittadini di Blauwe Roos festeggeranno il St. Patrick Day nel loro modo: una caldissima discoteca dove scatenarsi. Andranno dritti verso il celebre pozzo senza fondo da cui si aprono le porte del Purgatorio, in una serata all'insegna della trasgressione e/o del divertimento.

    Ti aspettiamo, ricordati di vestirti di verde e di portare almeno un trifoglio con te!


    Limite partecipanti: Nessuno.
    Data di inizio: data on-game: 17 marzo 1991, ore 21.00 - data off-game (ora e data reale di inizio) 15 marzo 2012, ore 10.00
    Data di conclusione: data on-game: 18 marzo 1991, ore 00.00 - <u>data off-game (ora e data reale di fine) 18 marzo 2012, ore 23.00
    Altri limiti: Il vostro PG dovrà indossare almeno qualche indumento (in vista) di colore verde, e portare con sè, appuntandolo sull'abito o infilandolo in un taschino, un trifoglio - o più trifogli.
    Eventuali premi? Nessuno.
    Partecipanti:
    Rigel Anthemon
    Florence Richard
    Amelia Lockwood
    Lukas Beilschmidt
    Akiko Tobi
    Dimitri Metherlance
    Khoren Jari
    Noel Metherlance


    Edited by RiFlay~ - 2/2/2013, 14:50
     
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  2. Equinox´
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    tiziogigafigoperpostx25

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    Rigel Anthemon| Damnar

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    L i k e A B l a c k R o s e
    B l o o m i n g W i l d e .
    ____ ___ __ _

    fghdgfhh

    Passi lenti e ritmati, per le vie più buie della città. Tip-Tap. Tip-Tap. Il respiro tranquillo,
    lo sguardo vagava distrattamente, cercando di cogliere qualche particolare interessante.
    Il brusio - in quella sera - non mancava di certo. Le festività regalavano sempre un manto
    rumoroso ad ogni luogo. Si sentiva la vita scorrere per ogni strada. Ogni luce, per quanto
    fioca, sembrava pulsare con passione e delicatezza. Alzò gli occhi, per individuare qualche
    stella più brillante di altre. Ora piccoli bagliori rossi sfumavano in contorni indistinti, ora
    qualche nube rendeva più buio il cielo. Era da molto - ricordava, da quanto? - che non
    aveva una meta, un incontro. Qualcosa di così predefinito, che non fosse legato al caso.
    S'erano accordati per quella sera. Avevano deciso il luogo e, da informazioni più o meno
    precise, l'ora. La puntualità non era mai stata il suo forte, ma col passare degli anni,
    un vagabondo impara quanto importante sia cogliere degli attimi precisi, e non un
    tempo più o meno vago. La camicia bianca - bottino dell'ultimo piccolo furto in un
    negozio della città - cadeva perfettamente sulle spalle. I bottoni perlacei venivano
    sporadicamente coperti da una cravatta verde smeraldo - gli era stato detto d'indossare
    qualcosa di verde, e quello era l'oggetto più congeniale. Partivano piccoli lampi di luce
    da una spilla a trifoglio - altro oggettino che era obbligatorio portare - ogni volta
    che passava sotto un lampione.

    Nove rintocchi - Danza di note nell'aria densa.

    Era in anticipo, in uno dei rarissimi casi. La piazza, poco distante dalla meta, era il
    luogo d'incontro. Le ombre scivolavano fluide nei viali. Senza farci troppa attenzione,
    raggiunse delle gradinate. A pochi metri, da una fontana, sbocciavano zampilli di notte.
    Spostò la frangia con l'intera mano destra, portando indietro i ciuffi più sbarazzini.
    L'argento di qualche ciocca, brillò. Cercò nelle tasche l'accendino - rubato nuovamente -
    e si accese una sigaretta. In fondo, era da tanto che non si concedeva della compagnia.
    Aveva accettato a cuore aperto, la proposta della giovane. Sebbene si fosse preparato
    solo poche ore prima, si sentiva perfettamente ordinato. Camicia, cravatta, spilla, pantaloni.
    A chiudere il tutto, delle scarpe scure ed un orologio con cinturino nero. Chiuse gli occhi.
    Ascoltò il buio.

     
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  3. RiFlay~
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    Florence Richard - 19 - Kitsune - Bardo
    rEPlE


    La vita non ha senso a priori.
    Prima che voi la viviate,
    la vita di per sé non è nulla;
    sta a voi darle un senso,
    e il valore non è altro
    che il senso che sceglierete.

    Sartre


    Mi aggiustai la corona di quadrifogli sul capo e fui pronta per uscire di casa. Ma forse no, mancava ancora qualche dettaglio. Erano ormai dieci minuti che scovavo improvvisi difetti, che dimenticavo appositamente di prender qualcosa, che mi fermavo davanti allo specchio per sistemare infimi particolari. Se non fossi scesa tra qualche minuto sarei sicuramente arrivata in ritardo. Ma mi rifiutavo di uscire di casa. Il cuore batteva forte, emozionato come non lo era da tempo ormai. Non ero abituata ad avere appuntamenti, specialmente a chiederne uno.
    ~

    Era cominciato qualche settimana fa: i preparativi della città per festeggiare il partono dell'Irlanda, San Patrizio. Tutti sembravano così eccitati all'idea dei grandi festeggiamenti che sarebbero seguiti nel fine settimana. Così mi ero lasciata trascinare da quell'atmosfera felice. Avevo comprato un vestito verde che stringeva sul petto e cadeva largo sui fianchi, in raso e chiffon, e avevo preparato una coroncina da portare sul capo. Le decorazioni avevano invaso anche il mio piccolo monolocale. Probabilmente avevo esagerato. Ma amavo tantissimo le festività, la gioia che portava sui volti della gente e la bellezza con cui dipingeva le città. Sarebbe stato bello poter condividere quella piccola allegria con qualcuno. Così ora avevo un rendez-vous.
    ~

    L'ansia montava lenta e dolce dentro di me, accolta da una strana euforia. Mi decisi ad uscire. Indossai la mia mantella e scesi per strada, le luminarie che rischiaravano una notte speciale. L'aria era fresca e ripiena di rumori e risate; la vista di tutta quella gente mi calmò per la durata del tragitto. Avevamo appuntamento in una piazzetta, vicino al locale dove poi ci saremmo diretti. Assurdo pensare di andare in una discoteca, per di più con un ragazzo. Solitamente non frequentavo locali del genere; la musica, pompata ad altissimo volume, mi stordiva ed infastidiva. Ma quella sera tutto sembrava diverso, tutto poteva esser visto sotto una diversa prospettiva.
    ~

    Arrivai alla piazza. Lo vidi. Lo stomaco cominciò nuovamente a contorcersi. Aspettava. Controllai l'orologio; ero arrivata giusto in tempo. Alla luce delle decorazioni risplendeva come un diamante. Probabilmente era anche più bello di ciò che mi ricordassi. Mi avvicinai lentamente. Lo salutai con un gesto della mano. Ciao, mi fa piacere tu sia venuto. dissi illuminandomi in un sorriso.




    Edited by RiFlay~ - 17/3/2012, 17:10
     
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  4. .:.Alchimista.:.
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    Amelia Lockwood Drow Albino - Rogue

    iconai

    Bella. Semplicemente bella. Ecco come si definiva quella serata, mentre avanzava lentamente nelle vie che conducevano alla discoteca. Molte persone stavano seguendo la sua stessa strada, forse con un po' di fretta, ma non Amelia. Lei amava farsi attendere, come ogni donna che si rispetti. I sacri "5 minuti di ritardo", ci volevano. Alzò lo sguardo alla volta celeste: le stelle, quei minuscoli atomi di luce, risplendevano fiocamente dietro lo spesso inquinamento luminoso della serata.
    Ed ecco che finalmente giunse in piazza, con un leggero ritardo. Alcuni passanti si voltarono a guardarla, al suo passaggio, dando di gomito al vicino e indicandola, ma lei li ignorò, con una nota di soddisfazione che risuonava dentro di sé.
    Nella piazza intravide la ragazza con la mantellina che aveva già visto a scuola mentre intratteneva le proprie "public relations" con un... però, mica male il giovane. Fece un cenno di saluto verso la compagna già incontrata mentre squadrò a distanza il giovane, cercando di carpirne tutti i particolari, anche quelli più insignificanti.
    Una stretta al cuore.
    Quanto avrebbe voluto che anche Ciel ci fosse a quell'Evento. Ma non ne era affatto sicura.
    Alzò il mento, orgogliosa. Non avrebbe permesso a nessuno di rovinarle quell'evento.
    E detto ciò entrò in discoteca ( se si poteva già) con fare deciso.

     
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  5. ƒleur du mal.
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    Lukas Beilschmidt - 20 anni - kitsune - eroe
    immagineymk
    Quella giornata non prometteva bene: dopo essersi svegliato, ancora abbracciato da Morfeo, si era avviato verso il bagno per sbarbarsi. Non che si notasse molto, ma odiava solo il fatto di sapere di averla.
    Così aveva cominciato a radersi, quando la mano scattò troppo velocemente, procurandogli un piccolo taglietto vicino all'angolo sinistro della bocca lungo poco più di 1 centimetro e mezzo. Non era molto profondo,ma sanguinava copiosamente, raccogliendosi in grosse stille di sangue che ricadevano poi sul lavandino bianco. L'albino rimase immobile per qualche secondo a guardarsi allo specchio, dopodichè abbastanza seccato tentò di bloccare il flusso di sangue con dell'acqua fredda, rimedio che dopo qualche minuto fece effetto. Decise comunque di applicarvi sopra un cerotto, quindi andò alla ricerca di quest'ultimo in sala, il primo cassetto del mobile più vicino. Mentre camminava, buttò un occhio al calendario e con enorme rammarico notò che si era dimenticato di un evento importante.
    Il giorno di San Patrizio.


    Per il resto della giornata non uscì di casa: sapeva ormai da tempo che uscire il giorno di San Patrizio era come andare a fare la spesa il giorno di Natale,praticamente impossibile. Dall'interno della casa udiva i festeggiamenti esterni: schiamazzi e grida provenienti dai pub più vicini, parate il cui suono veniva sicuramente dal centro, bambini allegri che giocavano nei giardini gridando ogni qualvolta tra i fiori, trovassero un trifoglio.
    Per quanto gli riguardava, la vera festa sarebbe stata la sera stessa, dove in una discoteca dove aveva lavorato si teneva una festa alternativa per quella giornata, che mirava sempre a festeggiare il patrono di Irlanda. Il dress code per entrare era almeno avere un indumento verde e visibile, e un trifoglio. Lukas aveva qualcosa di adatto proprio nell'armadio, un abito che era appartenuto tempo prima al padre.


    Si guardò perplesso al lungo specchio dietro alla porta della sua camera. La camicia bianca aderiva perfettamente al suo fisico, e i pantaloni a trama scozzese neri e verdi scuro si intonavano perfettamente all'analoga giacca. I bottoni della camicia erano dei piccoli trifogli verdi contornati di argento, e brillavano alla luce della luna. Mancava ormai mezz'ora all'apertura, ed era quasi pronto. Si spettinò i capelli e infilò l'ultimo bottone-trifoglio nell'asola, dopodichè indossò un papillon nero come le scarpe e si recò al luogo della festa.
    Arrivato, informò il buttafuori del suo nome e questo gli diede il permesso di entrare. Lukas guardò la porta di entrata, inspirò profondamente e spinse la porta, tenendo la mano salda alla maniglia.

     
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  6. Chacedy
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    Akiko Tobi - 18 - Vampire Master - Cacciatrice


    Ammettiamolo, Akiko non era al corrente della festa che si svolgeva quest'oggi. E questo lo possiamo confermare dicendo che se ne accorse solo quando sentì il trambusto nelle vie. Affacciandosi dalle finestre notò con aria stupita come fossero stranamente vestite le persone: tutte vestite di verde. Il volto della vampira era acceso di curiosità.
    Ma che succede qui?
    Pensò osservando la via che passava dinnanzi a casa sua. Aprì la finestra e si sporse chiedendo a qualche passante cosa accadesse.
    Scusi, che accade?
    Domandò. Un ragazzo biondo si fermò e le rispose gentilmente.
    Oggi è San Patrizio!
    Oh, grazie mille! E.. che eventi importanti ci sono nella città?
    Replicò sempre più curiosa.
    Stasera c'è una festa in discoteca!
    Rispose nuovamente questi un po' di fretta, ma comunque entusiasta.
    Ah.. va bene.. grazie..
    Udendo la risposta Akiko divenne pallida e dopo aver ringraziato si rintanò in casa tremante. Non ci andrei neppure sotto minaccia in una discoteca.. odio, ODIO LE DISCOTECHE!
    Borbottò calandosi sotto la finestra fino a diventare un piccolo gomitolo. Il motivo per cui odiasse le discoteche era il troppo, troppo rumore. Odiava i posti affollati e chiassosi, ed uno di questi era proprio la discoteca. Ed il motivo è molto plausibile: la razza.
    Si guardò attorno cercando qualcosa da fare in casa senza dover uscire per evitare qualsiasi contatto con la festa. La situazione era delicata.
    Gayl fissava la ragazza con i suoi occhioni blu mentre quella continuava a muovere di qua e di là la testa come un gufo.
    Aki, che diamine cerchi?
    Il voltò della ragazza si fermò e gli occhi andarono velocemente a fissare lo sguardo del lupo.
    Amh.. cerco qualcosa da fare.
    E credi di trovare qualcosa qui in casa?
    Disse l'animale storcendo lievemente il capo cercando di comprendere la ragazza. Questa subito non rispose e rimase zitta studiando una risposta plausibile. A quanto pare Gayl non aveva udito il suo discorso con il ragazzo che passava per la strada. Meno male.
    Amh.. hai per caso già presto la posta fuori Gayl?
    Chiese ella cercando di cambiare discorso.
    Ah! Giusto!
    Il lupo iniziò con uno scatto una folle corsa verso la porta di casa. Si alzò sulle zampe posteriori andando a poggiare quelle anteriori sul legno e dopo qualche tentativo aprì la porta. Sgattaiolò fuori celermente e in un baleno tornò in casa. Un razzo. Con la posta nella bocca si avvicinò alla padroncina e andò a metterla sulle sue gambe ora distese. Ella con un sorriso ringraziò ed iniziò a rovistare le varie scartoffie. Il caso volle che tra quelle ci fosse il biglietto di invito per la festa di San Patrizio. Con uno scatto nervoso Akiko fissò il biglietto scrutandolo. Sembrava quasi fosse un lottatore di sumo che andava prima studiato e poi poteva attaccare. Buffo.
    Deglutì andando a posare entrambe le mani sulla busta che venne aperta grazie al taglia carte. Lesse tutto il contenuto e, come chiaro che fosse, la sua opinione non cambiò. Già, non mutò finchè il lupo accovacciato lì davanti a lei con la lingua di fuori penzolante ricominciò a parlare.
    Che bello! Ecco, hai trovato cosa fare.
    Esclamò questi avvicinandosi a lei e strusciando il suo muso sul viso della vampira.
    Oh.. andiamo.. una discoteca!? Non fa per me.
    Rispose Akiko ironica. Poi continuò.
    E poi qui c'è scritto che occorre un abito verde ed io non ce l'ho.
    Sei sicura?
    Certo.
    Gayl si sollevò da terra andando ad aprire un'anta dell'armadio alla ricerca di qualcosa di non troppo appariscente e.. verde. Cerca cerca, BINGO!
    E invece ti sbagli amica mia, vieni un po' qui a vedere!
    Esclamò il lupo invitando la vampira ad alzarsi da terra e dirigersi verso l'armadio.
    Accidenti.. mi hai fregata.
    Rispose ella, un po' delusa, accorgendosi che la sua scusante era stata vanificata da quel vestito di cui non sapeva neppure dell'esistenza.
    Sbuffò leggermente e lo tirò fuori dall'armadio andando a poggiarlo sul letto. Era perfetto.
    E va bene.. mi hai convinta. Però tu cosa farai? Rimarrai qui solo soletto a casa?
    Tasto dolente. Se Gayl fosse stata una persona lo si sarebbe potuto vedere toccarsi le punte degli indici tra loro imbarazzato.
    Non mi dispiacerebbe andare a giocare con la bellissima pastorella della casa qui a fianco.
    Esclamò andando a coprirsi un occhio con la zampa destra.
    Akiko rimase allibita all'udire le parole del lupo. Sorrise leggermente felice della buona notizia.
    Aaaaah! Ora capisco perchè ci metti sempre tanto a prendere la posta e oggi ci hai messo un nano secondo! Brutto bricconcello che non sei altro.
    Gayl guaì.
    Si, va bene. Ma lo faccio solo per te.
    Grazie, grazie, grazieeeee.
    Il cucciolo si accoccolò alla ragazza saltandole addosso.

    -

    La giornata procedette tranquillamente. Akiko, come al solito, si esercitava con il basso. Gayl ululava. Formavano proprio un bel gruppo rock. No, no che dico. Non scherziamo.
    Finalmente giunse la sera ed entrambi si prepararono per uscire. La vampira indossò il famoso vestito lungo, verde con le maniche bianche. Un paio di paperine nere e le solite cuffie in testa. Queste ultime stonavano un po' con l'abbigliamento ma Akiko non ne diede conto. Non sarebbe mai uscita senza. Ora toccava a Gayl essere conciato per bene. La vampira spazzolò il pelo del lupo che divenne ordinato e lucido. Finito. Erano pronti.
    Bene, possiamo andare.
    Carichi di energie i due si precipitarono fuori casa e si separarono sul vialetto. Il lupo si diresse nella casa della vicina che, chiaramente, era stata avvisata nel pomeriggio, mentre Akiko si diresse nel basso distretto. Le dispiaceva un po' essere sola ma quella sera sarebbe stata un'occasione per fare nuove conoscenze e magari incontrare i compagni di scuola. Insomma, se tutta Blawe Roos si riuniva lì, di certo qualcuno doveva esserci. Almeno uno.
    Circa una mezz'ora di cammino e finalmente giunse nel luogo desiderato. Prese una boccata d'aria fresca ancora all'esterno e poi penetrò dentro la discoteca. Si guardò attorno alla ricerca di qualcuno. Nessuno. Si sedette su una poltroncina ed attese.



    Edited by Chacedy - 18/3/2012, 20:04
     
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    Dimitri Metherlance - 18 anni - dhampir
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    "Allora io esco... e non provare a seguirmi!"
    "Ma chi ti segue in quel covo di promiscuità..."
    "Guai a te! Vado, a più tardi!"
    La porta si chiude.

    21.03: L'operazione di spionaggio ha ufficialmente inizio.

    Ammettiamolo, quante sorelle possono dire di avere un fratello che va nel posto che più tra tutti odia pur di essere sicuro che non ti accada niente di brutto? Noel e Reverence Metherlance avevano quella "fortuna", peccato che il fratello in questione fosse il nostro solito, emerito idiota...
    Ma stasera sarebbe stato diverso, sì! Stasera Dimitri Nikolaij Metherlance se lo era promesso: non si sarebbe fatto scoprire, avrebbe evitato la sua solita figura del baccalà. Parola di... dhampir? Ehm, ma sì, buttiamoci in questa nuova avventura!

    Tre giorni erano passati da quando i fratelli Metherlance avevano scoperto dell'esistenza di tale 'festa di San Patrizio', con conseguente occhiataccia di Noel a Dimitri, il quale, col tutto che abitava in Irlanda da un anno, non sapeva assolutamente niente di tradizioni e cose simili. Ma dove abiti, fratellone, sugli alberi?
    "La contemplazione di un interessantissimo pavimento a scacchi è più stimolante di una serata in discoteca." ecco cosa si era sentita rispondere la paziente Noel. Ma si sa, ogni famiglia ha la sua pecora nera, anzi, bianca nel caso dei Metherlance, e se la cara Noel voleva sperimentare questa nuova esperienza per somma curiosità, il suo fratellone-pecora bianca preferiva restarsene chiuso a riccio nel loro piccolo appartamento periferico. Sì, si sarebbe goduto una sana serata da forever alone!
    Ma come sempre... la pacchia era durata ben poco, ed il pensiero che quella sua sorellina fosse da sola, conciata come al suo solito come una damigella uscita da un quadro dell'800 - preda sublime per vari pedofili e pervertiti, insomma -, con le sue piccole zanne ancora smussate... beh, avevano fatto tirare un sospiro rassegnato a Dimitri.
    E quindi via, si tirò su, in piedi: che cosa aveva di verde nell'armadio?

    Assolutamente niente, che disdetta. Sul volto del russo regnò a lungo un'espressione delusa, come quella di un bambino che vede volare via il suo palloncino rosso: divise per la scuola, divise per il lavoro, giacche e basta. Nisba. Niente. Capolinea.
    "Ma io davvero vivo lavorando?" si chiese con un pizzico di confusione; e dire che non gli sembrava di fare più del normale...
    Alla fine si ritrovò a scavare tra le sciarpe di Noel, sicuro che almeno la sorella avesse qualcosa di verde, e così fu: che fortuna! Una sorta di strano foulard che avrebbe legato al braccio, a metà tra il gomito e la spalla.
    Altro problema: un trifoglio. E ora come se lo procurava un trifoglio o qualsiasi cosa che rassomigliava a un trifoglio? Immaginava che non ne vendessero per strada, ed essendo un simbolo tipicamente irlandese né lui né la sorella avevano niente del genere. Al massimo avrebbero potuto avere una matryoshka o un bicchierone di birra o vodka... ehm...
    Fu a quel punto che gli occhi gli caddero sul suo "angolo disegno", e lì ebbe l'illuminazione: se non era Maometto ad andare dalla montagna, era la montagna ad andare da Maometto. Se lo sarebbe creato da solo un trifoglio, sì.

    Cinque minuti dopo era perfettamente pronto: kefiah scura - che serviva per non farsi riconoscere e mischiarsi con la folla, sì! Dopotutto, quanti biondi-semi albini vuoi che ci siano a Blauwe Roos?! -, un semplice cappotto, il foulard legato come aveva deciso prima, a metà tra gomito e spalla sul braccio sinistro, e sul dorso della mano destra un grande trifoglio verde smeraldo fatta da una passata veloce di colore - gli sarebbe rimasto per minimo un mese, ma pazienza -.
    Così uscì di casa, diretto dove sapeva essere sua sorella. Non si sarebbe stupito se in realtà la ragazza fosse andata ben altrove, ma pensava che prima di rendersi conto di che razza di posto era la discoteca avrebbe almeno tentato di resistervi per circa cinque minuti. Ne andava del suo stramaledetto orgoglio Metherlance, eh sì, una cosa così importante...
    L'avventura di Dimitri cominciò così: entrò, si guardò intorno e fece per uscire.
    "Non... SENTO-NIENTE."
    In un millesimo di secondo la musica alta e le luci sgargianti erano riuscite a distruggergli ben due su cinque sensi!
    Mentre usciva, però, come nelle migliori scene dei film americani, ecco che andò a scontrarsi contro qualcuno, un bel botto che gli fece fare un paio di passi indietro. Quando riaprì gli occhi, si trovò davanti un elegantissimo Lukas: una faccia amica!
    «Hey!» lo chiamò, ma la sua voce, per natura così flebile da sembrare un sussurro, si perse immediatamente «Mi porti via da questo posto? Le mie orecchie implorano pietà!»
    Esclamò così, sebbene non fosse affatto sicuro che le sue parole avessero raggiunto l'amico.

     
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  8. Equinox´
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    tiziogigafigoperpostx25

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    Rigel Anthemon| Damnar

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    L i k e A B l a c k R o s e
    B l o o m i n g W i l d e .
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    fghdgfhh

    Ripensava a quando gliel'aveva chiesto. Nel petto - in silenzio - con la voce dell'anima, le
    aveva detto "sì" non appena aveva intuito che quel che gli era proposto, era un dolce invito.
    E lì, danzava. Tra la folla distratta che si perdeva senza meta nelle vie, con l'unico scopo
    di dimenticare o essere dimenticata, lei avvicinava i suoi pensieri, le sue idee, quel che
    provava. Era delicata, sopra ogni aspetto. L'abito - che ormai la rendeva più unica che
    rara - copriva gran parte del vestito che aveva indossato per l'occasione. Una stoffa dai
    riflessi di foglia, scintillava sotto la luce fioca luce di qualche lampione. Gli occhi, chiarissimi,
    contrastavano con il mantello cremisi quanto un Sole notturno. Ma a lui tutto questo
    piaceva. Sorrise, inspirò le ultime due volte - addio, sigaretta. - e la osservò avvicinarsi.
    Non le dedicò occhiate distratte, l'osservò. Ascoltò le vibrazioni dei suoi passi sul lastricato
    della piazza. Dopotutto, era un'occasione. E nelle occasioni, si apprezza esser guardati, oltre
    che guardare. Ascoltò l'aria permearsi della sua voce, e ricordò le melodie che l'avevano
    attirato a lei. Eppure, le sembrò che stesse giocando col fuoco. Che per la dolce creatura,
    fosse pericoloso legarsi tanto ad un povero diavolo come lui. Diavolo lo era. E povero, ancor
    di più. Scese dalle gradinate con un sol balzo, giungendo a terra con un tocco leggero, a
    fatica percettibile. - la leggerezza acquisita negli anni vissuti per strada.

    «Davvero, ti fa piacere.» - iniziò, con tono calmo.

    Sentiva l'animo macchiarsi. Proprio ora, davanti a quello splendore, il gene marcio del
    padre aveva deciso di far capolino. Di sbirciare la scena dalla serratura, e bussare con
    forza. Con maleducazione, entrare senza esser invitato.
    Con un gesto rapido - per lei inarrestabile, ipotizzava - le si portò a pochi centimetri.
    Le labbra così vicine alle orecchie di lei, che quasi ne poteva percepire il calore.

    «A me fa molto più che piacere. Ne sono entusiasta.» - le sussurrò.

    Arretrò. A questo spostamento fece seguire un gesto della mano destra. Portato
    velocemente l'indice sulla sua guancia, lo fece scorrere fino ad arrivare al mento,
    per poi ritrarre ogni contatto. Era il turno di lei, e in effetti, lo divorava la curiosità.
    Come avrebbe reagito.

     
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  9. Big-Maxi
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    voglio scrivermi anchio mi aspettate un attimo postero a quanto prima
     
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  10. Kalawathi
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    Khoren Jari - 19 - Vampire Master - Soldato


    Sono in ritardo, ACCIDENTI SONO IN RITARDOOOO
    Eccolo qui il nostro Khoren alle prese con la festa di San Patrizio e, novità! E' in ritardo. Mai un ritardo in vita sua, questa era la prima volta che arrivava dopo l'ora prestabilita di un "appuntamento". Ma per capire bene il motivo del suo ritardo è necessario tornare al pomeriggio stesso. Khoren aveva prestato il servizio militare durante la notte precedente ed era tornato a casa per le undici di mattina. Un pasto rapido e poi si era sdraiato sul divano. Accesa la tv era collassato letteralmente nel salotto rimanendo con la tv accesa. Era immerso nel suo mondo di frutta candita e così rimase per tutto il pomeriggio fino a quando cadde dal letto a causa di un incubo. Buio, ragnatele e insetti da ogni parte. Aveva sudato freddo.
    Così sul pavimento si alzò un po' frastornato per controllare che ora fosse ed era tardi. Non sarebbe mai riuscito ad arrivare puntuale.
    Ora l'ansia pervadeva tutto il corpo del ragazzo facendolo tremare e il che rendeva la preparazione ancora più lenta e critica. Si infilò la prima "cosa" verde che trovò in giro e applicò alla maglia una spilla a forma di quadrifoglio che si era procurato nei giorni precedenti.
    Uscì di corsa dalla sua abitazione. Durante la discesa del viottolo che portava alla discoteca prese velocità tanto che se qualcuno avesse cercato di fermarlo non sarebbe riuscito. Sembrava un missile. Già, in procinto di cadere. Correva ancora quando vide l'entrata della sala da ballo. Non riuscì a fermarsi in tempo e poco più avanti prese in tutta la sua simpatia una pozzanghera che lo fece precipitare a terra e continuare una buona parte della viuzza. Finalmente dopo un bel po' di "aih" e "aiah" cessò di rimbalzare sulla scalinata e quindi la sua corsa. Dolorante il nostro eroe si rialzò e tornò indietro fino a riuscire ad entrare come una persona civile dentro la discoteca.
    Sbuffò, finalmente ce l'aveva fatta. Si guardò intorno cercando la ragazza che aveva incontrato al negozio d'abiti ma nella sua ricerca venne attratto da tutt'altro.
    Una ragazza sedeva sola su uno dei divanetti accanto al bar. Aveva i capelli blu, due occhi profondi e penetranti. Indossava un abito verde di indubbia grazia.
    Khoren sorrise. E' lei... finalmente l'ho trovata. Imbambolato nei suoi pensieri era ancora sulla soglia della sala e improvvisamente il buttafuori apparve alle sue spalle ammonendolo.
    Hey, spostati di qui.
    Il vampiro sobbalzò terrorizzato. Mentre la guarda lo prendeva per un orecchio e lo portava esattamente al divanetto dove c'era la ragazza che stava fissando.
    Era emozionato, ora era così vicino a quella ragazza che ormai cercava da anni che non ci poteva credere. Sorrise, guardando la ragazza con la coda dell'occhio.


    -Cit.
    -Khoren parlato
    -Khoren pensato
     
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  11. RiFlay~
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    Florence Richard - 19 - Kitsune - Bardo
    rEPlE


    La vita non ha senso a priori.
    Prima che voi la viviate,
    la vita di per sé non è nulla;
    sta a voi darle un senso,
    e il valore non è altro
    che il senso che sceglierete.

    Sartre


    Il suo respiro sul collo. Era entusiasta di vederla. Le sue parole, un bacio condensato sulla pelle. Rabbrividii. Le guance si tinsero, un leggero rossore pervase il mio viso. Lo sguardo rimase basso, cercando di nascondere l'evidente imbarazzo. Non mi era dispiaciuto. Ma tutto era successo in così poco tempo; quasi non me ne ero resa conto. Con l'indice mi sfiorò una guancia. Sentii la pelle del viso bruciare al contatto con la sua. Fino al mento. Poi tutto finì. Mi guardava, lo sguardo acceso di chi aspetta la mossa della sua preda. Deglutii.
    ~

    E' ciò che chiamano Amore? Forse è un po' presto per dirlo. Eppure i sintomi ci sono tutti. Ma come si fa a innamorarsi di una persona che hai visto solo una volta. Un Coup de foudre.
    ~

    Presi la sua mano nella mia, dolcemente, senza chiudere la presa, avrebbe benissimo potuto ritrarsi se avesse voluto. Lo guardai negli occhi, che ancora aspettavano una risposta. Grazie. Davvero. Esclamai semplicemente. E in quelle parole vi era tutta la mia gratitudine per le emozioni che riusciva a farmi provare, per quanto mi sentivo viva accanto a lui. Ma una persona come me esprime difficilmente i suoi sentimenti. Feci qualche passo in avanti, salutai di sfuggita una ragazza, la stessa ragazza dagli occhi rossi che tanto mi inquietava, che avevo visto a scuola qualche settimana prima, e mi rivolsi nuovamente al ragazzo. Sarà meglio entrare ora, prima che si faccia troppo tardi. Effettivamente non pensavo di trattenermi a lungo nel locale. Giusto una mezz'ora. Poi saremmo usciti, avremmo passeggiato sotto la tenue luce delle stelle fino a quando le gambe non avessero fatto male. E magari ci saremmo baciati. Che assurdi pensieri.
    ~

    Arrivammo all'ingresso. Avevo prenotato qualche giorno prima quindi non avemmo problemi ad accedere alla sala. Dentro però i rumori si contorcevano e distorcevano e tutto assumeva la forma di quello scandito ritmo, urlato dalle casse disperse qua e là per la stanza. La pista da ballo era molto affollata, così come i divanetti. Per un attimo rimasi impalata riflettendo sul da farsi. Poi chiesi al ragazzo. Ti va di ballare?


     
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  12. .:.Alchimista.:.
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    Amelia Lockwood Drow Albino - Rogue

    iconai

    Entrò nel locale, la fanciulla, dandosi un'occhiata attorno. La musica la avvolgeva e le ottenebrava i sensi. Si privò della giacca e del capello, posandoli su un appendiabiti in fondo alla discoteca, rivelando tutta la sua bellezza.
    Lunghi e delicati riccioli corvini le ricadevano lungo il collo lungo, da cigno, arricciandosi in modo sensuale, mentre un vestito verde smeraldo, comprato poco prima della Festa, le fasciava il corpo, svelandone le forme procaci. Un profondo scollo a V scopriva buona parte del proprio corpo, mentre la schiena era quasi del tutto scoperta. Tacchi, non particolarmente alti, neri, ne terminavano l'opera.
    Alcuni ragazzi lì vicino cercarono di avvicinarla, ma lei li ignorò completamente. Coloro che si offrivano in modo così spudorato non erano degni della propria attenzione.
    Mosse qualche passo più in là. Ripensò a Ciel e alla dolcezza che le aveva trasmesso che in quel luogo sembrava del tutto insignificante.
    Cosa mai ci avrò trovato in lui? Che fosse solo gratitudine?
    Cercò di liberarsi di quei pensieri, lasciandosi andare e abbandonandosi completamente alla musica, muovendo il proprio corpo al ritmo della Disco-Dance ad altissimo volume, un corpo in un mare di corpi.
    La musica ad altissimo volume era inebriante per lei.

     
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  13. Big-Maxi
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    Noel Metherlance Dhampir
    pg1


    Noel aveva scoperto quel evento per caso, era sempre stata in giro almeno più dei fratelli, ma la giovane metherlance era stata sempre in oposti degni della sua cultultura e lineaggio quindi era ovvio che non avesse mai visto una discoteca, ma era decisamente il caso di fare nuove esperienza del resto come divventare una degna Metherlance se non si confrontava con gli altri e non scopriva nuovi luoghi del resto non poteva trovare molta gente nuova nei posti dove frequentava di solito.
    Comunque dopo varie raccomandazioni dopo cena al fratello che aveva detto di non voler venuire decise, la ragazza usci di casa vestita in maniera piu normale del solito, retro ovviamente ma per lo meno non cerano tropi fiocchi e puzzi, una camicetta bianca con una gonna bianca e un giachetto sempre verde sulle spalle, mentre tra i capelli cerano dei trifogli che erano il simbolo tipico della festa in questione, la festa di un santo che era diventata l'ennesima scusa per la baldoria beh poco male la cosa non disturbava di certo la dhampira.
    Si era diretta in quel luogo giusto per curiositò quindi,una volta giunta Noel comprese in che luogo di pazzi depravati era finita, tsk sarebbe stata quel poco che necessitava, avrebbe assagiato qualche drink e poi avrebbe levato il disturbo per fare una visita fai da te in un certo posto non poco lontana ovvero una vexxhia xhiesa sconsacreata.
    Ma prima quel soldo di caccio incontrando la folla, si concentro zizzagando tra le persone con naturalezza per raggiungere il lato esterno destro del bancone della discoteca ovvero dove poteva ordinare quello che voleva anche se in quel caso la giovane avrebbe prima ascontato cosa avrebbero preso gli altri.
    A priori la discoteca era rumorosa piena di luci forti e persone non con molto cervello probabilmente dava un po fastidio, e Noel si sentiva come una tazina da te in un negozo di caraffe di birra, quindi oresumeva che presto avrebbe alzato i tacchi ma per il momento si limito a guardarzi in giro in modo da ottenere nuove informazioni sul luogo.
    • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • "Solitudine" è solo una parola, qualcuno è sempre con te
    Role scheme #2 by thanatøs`


     
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  14. Chacedy
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    Akiko Tobi - 18 - Vampire Master - Cacciatrice


    Era tranquillamente seduta su un divanetto che aveva classificato come suo rifugio osservando tutto ciò che accadeva davanti ai suoi occhi, quando qualcuno irruppe nella sua "casa" momentanea. Era un ragazzo abbastanza alto, biondo e con gli occhi quasi aurei. Era vestito in maniera né sportiva ma neppure elegante. Akiko si voltò leggermente verso il ragazzo osservandolo per un momento e solo in quel momento notò che anch'esso portava delle cuffie. Nello stesso istante vide il buttafuori allontanarsi dal ragazzo. La vampira pensò immediatamente che l'avesse beccato a fare qualcosa di non appropriato e l'avesse ammonito. Non era poi tanto sbagliata la sua supposizione. Sbuffò rivolgendosi poi al ragazzo nel mentre si toglieva le cuffie dalla testa.
    Ciao, cosa hai combinato di tanto grave da farti richiamare dal buttafuori?
    Domandò interessata. Il ragazzo sembrava essere accaldato, era rosso in faccia. Sembrava un peperone.

     
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  15. RiFlay~
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    Siamo arrivati alla conclusione! Spero vi siate divertiti tutti ♥
     
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14 replies since 12/3/2012, 17:03   289 views
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